La cucina intima e conviviale di Tommaso Giunchi
“La bellezza chiama bellezza. E in una cucina ben progettata tutto stimola a progettare piatti attraenti nelle cromie e nel gusto”
Quali sono le parole chiave che nella casa definiscono la relazione fra le persone e la cucina? E c’è un parallelismo fra progettare una cucina e progettare un buon piatto? Ne abbiamo parlato con Tommaso Giunchi, architetto d’interni dall’approccio sartoriale.
Per lui, che ama disegnare ogni casa come un vestito per chi la abiterà, la cucina è l’elemento centrale. Il luogo degli affetti e dello scambio. Convivialità, famiglia, intimità sono le parole che definiscono questo spazio così vissuto, dove preparando una cena o facendo colazione ci si incontra e si trascorre un tempo prezioso. E dove il momento del cucinare si integra e si mescola a quello del mangiare tutti insieme.
In cucina ci si muove moltissimo e la funzionalità è essenziale. Volumi e materiali, fondamentali nel vocabolario progettuale di Tommaso Giunchi, vanno pensati nel dettaglio per dare circolarità agli spazi e arricchirli di sensazioni tattili oltre che visive. Un’alchimia di emozioni e praticità che l’architetto riesce a calibrare trovando in Mo.1950 un partner presente in tutti gli aspetti. Per ideare e realizzare una cucina che invita a cucinare bene per sé e per gli altri.